2 - Il positivismo in Inghilterra

2. Il positivismo in Inghilterra

2.1 Owen e l’emancipazione della classe operaia

Le idee educative di Robert Owen (1771-1858) sono strettamente connesse alla sua attività di imprenditore presso la filanda di cotone di New Lanark, in Scozia, della quale è comproprietario e direttore. Qui promuove una serie di riforme per migliorare le condizioni lavorative degli operai, che determinano anche un aumento della produttività. Subito dopo decide di intervenire anche sul terreno educativo.

Nel 1816 fonda a New Lanark il Nuovo Istituto per la formazione del carattere dei figli degli operai. Gradualmente dà vita a un vero e proprio sistema educativo articolato in: scuola dell’infanzia, scuola elementare e scuola serale per i più grandi già impiegati nel lavoro. All’inizio queste scuole sono destinate solo ai figli degli operai, poi sono aperte a tutti i fanciulli e giovani della contea. La fama dell’esperienza avviata da Owen si diffonde rapidamente e presto nascono scuole ispirate al suo modello anche fuori dalla Gran Bretagna.

Secondo il filantropo inglese l’ambiente sociale condiziona l’individuo ed è dunque importante intervenire a livello educativo per assegnare a tale condizionamento una connotazione positiva. L’educazione popolare, in particolare, è ritenuta il presupposto per una più vasta trasformazione sociale. Owen assegna alla scolarizzazione dei fanciulli delle famiglie operaie una funzione preventiva, in quanto sottrae le giovani generazioni da tutte quelle circostanze che generano malcostume, mostrando loro la retta via da seguire per tutta la vita.

Nella concezione educativa del filantropo inglese istruzione e lavoro si integrano. Gli edifici che ospitano le attività scolastiche sono collegati all’officina, in modo da favorire l’alternanza tra i momenti di lezione a quelli destinati al lavoro.

A livello di formazione curricolare, stabilisce una prima istruzione di base (lettura, scrittura e aritmetica) da avviare già nella scuola dell’infanzia, arricchita nei gradi successivi d’istruzione con l’insegnamento dei principi religiosi e con discipline che presentano spunti di novità, come la storia antica e moderna, la storia naturale e la geografia, e con attività di cucina e di cucito per le bambine. A questo programma abbina il canto, il gioco, la danza e la ginnastica, che accompagnano tutti i livelli del sistema scolastico.

Owen mira alla formazione integrale della persona, anche se assegna un primato del tutto speciale all’osservazione della natura, mettendo al bando qualsiasi forma di punizione e metodologia di tipo direttivo e autoritario. A questo riguardo, ricordando le prime norme date agli insegnanti della scuola infantile, egli afferma:

la prima istruzione che detti loro fu che, per nessuna ragione, dovevano picchiare i bambini o minacciarli, con parole o con atti, o usare termini ingiuriosi, ma dovevano sempre parlare con aspetto piacevole e in modo e tono di voce gentile […]. I bambini non dovevano essere annoiati con libri, ma istruiti sull’uso, la natura o le qualità delle cose comuni che avevano intorno, con conversazioni semplici, quanto la loro curiosità era eccitata in modo da indurli a far domande in proposito.

R. Owen, Vita di Robert Owen scritta da lui stesso, in Id., L’educazione della Nuova Società, a cura di H. Silver, La Nuova Italia, Firenze 1972, p. 23.

per immagini

Lavoro minorile

Una bambina è impegnata nel lavoro al telaio: lo sfruttamento del lavoro minorile fu uno degli aspetti peggiori della rivoluzione industriale. Owen, convinto che fosse necessario assegnare una connotazione positiva ai condizionamenti dell’ambiente sulla persona, istituì presso la propria filanda un vero sistema educativo, assegnandogli una funzione preventiva. Istruzione e lavoro in queste scuole si integravano, e vi si univano anche attività come il canto, il gioco e la ginnastica, nella prospettiva di una formazione integrale della persona.

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2.2 Spencer e le fondamenta scientifiche dell’educazione

Il filosofo inglese Herbert Spencer ▶ L’AUTORE, p. 370 | affronta il problema educativo richiamandosi ai principi della teoria ⇒ evoluzionistica, da lui sposata ben prima di Darwin e applicata all’universo, alla conoscenza e a tutti gli aspetti della vita umana.

Nella sua opera maggiore, Educazione intellettuale, morale e fisica, pubblicata nel 1861, che può essere considerata il manifesto del positivismo pedagogico, si intrecciano due obiettivi:

  • la critica dei costumi educativi tradizionali antiutilitaristici, che assegnano il primato alle discipline umanistiche rispetto a quelle scientifiche;
  • la teorizzazione di un modello educativo che enfatizza il valore formativo delle scienze rendendo quasi nullo quello delle discipline umanistiche e che, tenendo conto dell’evoluzione dell’individuo, lo prepara a vivere una vita completa.

Per Spencer, infatti, la pedagogia deve rispondere a una domanda fondamentale: come vivere? Il fine dell’educazione risiede proprio nella risposta a questa domanda. A questo proposito egli afferma:

Come vivere? – questa è per noi la questione essenziale. Non come vivere inteso nel semplice senso materiale, ma nel senso più ampio. Il problema generale che comprende ogni problema particolare, è la giusta regola di condotta in tutte le direzioni e in tutte le circostanze. In qual modo trattare il corpo; in qual modo trattare lo spirito; in qual modo regolare i nostri affari; in qual modo allevare una famiglia; in qual modo utilizzare quelle fonti di felicità che la natura ci offre; come usare tutte le nostre facoltà in vista del più grande vantaggio per noi stessi e per altri? Come vivere in maniera completa? Ed essendo questa la cosa importante che è necessario apprendere, è questa, di conseguenza, la cosa importante che l’educazione deve insegnarci. La funzione che l’educazione deve assolvere è di prepararci ad una vita completa; e l’unico modo razionale di giudicare un sistema educativo consiste nel giudicare in quale misura esso assolve a quella funzione.

H. Spencer, Educazione morale, intellettuale e fisica, in Id., Scritti sull’educazione, a cura di A. Low-Beer, La Nuova Italia, Firenze 1973, p. 14.

Secondo il filosofo inglese, se l’educazione deve preparare alla vita completa, cioè a tutte le attività della vita umana, è importante comprendere quali siano queste attività e che tipo di ordine gerarchico abbiano, perché sulla base di questa classificazione vanno graduate le cognizioni che un individuo è tenuto ad apprendere. Spencer stabilisce la seguente gerarchia:

  • prima vengono le attività che servono direttamente alla propria conservazione, che sono insegnate direttamente dalla natura e vanno favorite attraverso la promozione dell’attività motoria, della fisiologia e dell’igiene;
  • seguono le attività che servono indirettamente alla propria conservazione, che vanno promosse attraverso discipline scientifiche quali la matematica, la fisica, la chimica, la biologia e la scienza sociale;
  • a un livello successivo ci sono le attività che hanno per fine l’allevamento e la felicità della prole, che vanno apprese attraverso le scienze pedagogiche;
  • ci sono poi le attività che mirano al mantenimento di giusti rapporti sociali e politici, per le quali sono importanti la sociologia e la storia, intesa non come meccanico apprendimento di date ed eventi, ma come studio dei processi culturali, sociali ed economici che hanno caratterizzato le diverse epoche passate;
  • infine, ci sono le attività del tempo libero, che non sono fondamentali per l’esistenza e possono essere coltivate nei momenti di svago attraverso le discipline letterarie e artistiche.

In questa direzione grande importanza viene assegnata all’educazione fisica, a cominciare dall’acquisizione delle norme igieniche e alimentari, senza trascurare l’attività del corpo e il gioco, che Spencer ritiene fondamentali proprio per preparare alla vita, secondo una concezione che ricalca il concetto di “indurimento fisico” di Locke.

Sul piano dell’educazione intellettuale Spencer si muove sulla scia della pedagogia coeva, ricordando che si deve procedere dal semplice al complesso, dal concreto all’astratto, favorendo il contatto diretto con gli oggetti e assegnando la giusta importanza agli interessi degli alunni.

All’educazione morale, invece, assegna una connotazione essenzialmente pratica, in quanto deve abituare il fanciullo a prendere coscienza dell’inevitabile conseguenza delle sue azioni, conducendolo ad acquisire quel complesso di abitudini che fanno il bene del singolo e dell’umanità.

Il principio che governa il progetto educativo di Spencer è quello dell’utilità. Questa prospettiva risponde alle esigenze della società industriale del tempo e ha delle conseguenze esplicite sulla metodologia educativa, che non si basa più su nozioni da apprendere con rigore logico, ma sulle esperienze concrete che risultano “utili” all’educando e conformi alla sua evoluzione psicologica.

L'AUTORE  Herbert Spencer

La vicenda biografica di Spencer si colloca nello scenario dell’Inghilterra vittoriana proiettata verso lo sviluppo industriale. Il filosofo britannico nasce a Derby nel 1820. Il padre, maestro di scuola, esercita una notevole influenza sulla sua formazione e sulla sua concezione dell’insegnamento. Compiuti i primi studi, si trasferisce a Bath presso la casa dello zio Thomas, pastore protestante. Qui continua il suo percorso formativo soprattutto da autodidatta.

Lavora come ingegnere per alcuni anni all’opera di costruzione delle linee ferroviarie inglesi, al tempo in forte incremento. Si dedica in una seconda fase della sua vita allo studio e alla ricerca. Nel 1852 esce L’ipotesi dello sviluppo, l’opera nella quale espone la sua concezione evoluzionistica. Negli scritti successivi applica la teoria evoluzionistica a diversi campi del sapere: Principi di psicologia (1855), Educazione intellettuale, morale e fisica (1861), Principi di sociologia (1872-96), Principi di morale (1879-93), L’uomo contro lo Stato (1884).

Personaggio molto apprezzato nel suo tempo, Spencer è membro di prestigiose istituzioni culturali, quali la London University, l’Athenaeum Club e la Metaphysical Society. Viaggia in Italia, Egitto e negli Stati Uniti d’America. Muore a Brighton nel 1903. La sua Autobiografia uscirà postuma nel 1904.

per lo studio

1. In che termini Owen concilia la sua attività di imprenditore con quella di educatore?

2. Quali sono le caratteristiche del suo sistema educativo?

3. Qual è il fine dell’educazione per Spencer?

4. Che posizione è assegnata da Spencer alle discipline umanistiche?


  Per discutere INSIEME 

1. In ambito italiano un imprenditore che seppe proporre un modello d’impresa connotato da forti valori pedagogici fu Adriano Olivetti. Documentati su questo personaggio e ricostruisci insieme ai tuoi compagni la sua “azione pedagogica” dentro e fuori la fabbrica.

2. Rifletti insieme ai tuoi compagni sul ruolo che a tuo avviso occupano le discipline scientifiche nel sistema scolastico italiano, basandoti anche sulla lettura dei curricula di studi e del monte ore a queste assegnato per ogni ordine scolastico.

I colori della Pedagogia - volume 2
I colori della Pedagogia - volume 2
L’educazione dal basso Medioevo al positivismo - Secondo biennio del liceo delle Scienze umane