2 - Fröbel e i Kindergarten

2. Fröbel e i Kindergarten

2.1 L’educazione dell’umanità

Considerato il pedagogista più significativo del Romanticismo, Friedrich Fröbel  L’AUTORE, p. 304 | sviluppa una teoria educativa che risente molto  dell’idealismo tedesco. Nella sua opera più nota, L’educazione dell’uomo, Fröbel muove dall’idea che l’unità è Dio, che è al centro di tutto e si mostra all’esterno nella natura e all’interno nello spirito dell’uomo.

Tutto è, vive ed esiste nel divino, in Dio, e per opera del divino, di Dio. […] È destino e vocazione di tutte le cose di rappresentare sviluppandola la loro essenza, quindi il divino che è in esse e il divino in sé, e di far conoscere e rivelare Dio attraverso le cose esteriori e caduche. È destino e vocazione particolare dell’uomo, quale essere intelligente e razionale, di avere piena coscienza, di conoscere con vivezza e chiara penetrazione la sua propria essenza, il divino che è in questa ed il Dio in sé, il proprio destino e la propria vocazione, e di mettere in pratica tutto questo, farlo agire e manifestarlo, con libertà di autodeterminazione, nella propria vita.

F. Fröbel, L’educazione dell’uomo, La Nuova Italia, Firenze 1993, p. 4.

La natura e lo spirito sono due diverse manifestazioni di Dio e della sua eterna attività creatrice. L’unità di tutte le cose risiede in Dio e l’uomo, come elemento del creato, nasce imperfetto, ma ha in sé le potenzialità per realizzare l’essenza divina che è in lui. L’educazione ha proprio il compito di guidare l’uomo in questo processo di sviluppo, che va compiuto in accordo con la natura e che ha come meta ultima il raggiungimento dell’unione con la realtà divina.

Nella sua concezione del bambino Fröbel prende le distanze dalla teoria empirista, secondo cui l’uomo nasce come tabula rasa, e mette in evidenza la ricchezza di potenzialità del fanciullo, che l’educazione ha il compito di liberare e far crescere, non proponendo modelli esterni da imitare, ma fornendo la possibilità a ogni individuo di realizzarsi concretamente e autonomamente. In questa prospettiva si percepisce l’eco della lezione di Rousseau.

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L'AUTORE  Friedrich Wilhelm August Fröbel

Friedrich Wilhelm August Fröbel nasce nel 1782 a Oberweissbach, in Turingia. Rimasto orfano di madre quando ha pochi mesi, trascorre un’infanzia infelice con un padre severo, pastore protestante, e la matrigna. Giovanissimo, manifesta un grande interesse per la natura e, compiuti gli studi elementari, inizia il suo apprendistato come forestale. Si iscrive all’università di Jena nel 1799 per approfondire lo studio della mineralogia. Qui entra in contatto con la filosofia idealista ma deve lasciare l’università (1801) per problemi economici.

Nel 1805 la svolta. Conosce il pedagogista Gruner, discepolo di Pestalozzi, e scopre la sua passione per l’insegnamento. Nel 1808 si reca a Yverdon e vi rimane per due anni. Rientrato in Germania, si dedica agli studi scientifici e alla filosofia, prima all’università di Göttingen e poi a quella di Berlino. Nel 1813 sposa l’idea della nazione tedesca e combatte come volontario nell’esercito prussiano contro quello napoleonico. Conclusa la guerra lavora presso il Museo nazionale di mineralogia di Berlino.

Nel 1816 si trasferisce a Griesheim per occuparsi di tre nipoti rimasti orfani. Poco dopo gli sono affidati altri due nipoti. È a questo punto che Fröbel decide di fondare un piccolo istituto, che l’anno successivo è trasferito a Keilhau e denominato Istituto tedesco d’educazione generale. All’opera educativa dà un notevole contributo la moglie Wilhelmine Hoffmeister. In questo periodo si dedica alla scrittura della sua opera più importante, L’educazione dell’uomo (1826). Nel 1831 è costretto a porre fine all’esperienza di Keilhau, a causa soprattutto delle sue scarse capacità organizzative.

A questo punto torna in Svizzera, dove si dedica alla direzione di diversi istituti, tra i quali l’orfanotrofio di Burgdorf, che guida con grande successo. In questo periodo l’interesse per i bambini più piccoli si fa sempre più forte. Purtroppo, la malattia della moglie e le invidie di alcuni oppositori lo costringono a far ritorno in patria.

Nel 1837 fonda a Blankenburg l’Istituto per la cura dell’istinto attivo dell’infanzia e della gioventù. In questo contesto mette a punto la sua teoria del gioco e dei doni. L’esperienza ha breve durata, per problemi economici e mancanza di alunni. Due anni dopo nella stessa città apre l’Istituto di giochi educativi, che l’anno seguente prende il nome di “Giardino generale d’infanzia tedesca”. Da questo momento in poi Fröbel si dedica esclusivamente all’educazione della prima infanzia e alla preparazione delle “maestre giardiniere”. In questa fase scrive opere originali come Canzoni e carezze materne (1844), una raccolta di poesie, accompagnate da illustrazioni, pensate per illustrare il suo metodo educativo alle madri.

Per un breve periodo i Kindergarten (“giardini d’infanzia”) di Fröbel, sulla scia del fermento liberale europeo del 1848 noto come “primavera dei popoli”, conoscono una significativa diffusione nei territori tedeschi, improvvisamente interrotta nel 1851 con il ritorno del dispotismo conservatore in Prussia. Fröbel muore l’anno successivo, profondamente addolorato dallo sviluppo degli eventi. I giardini d’infanzia saranno riaperti nel 1860 nei territori tedeschi, per diffondersi poi in tutta Europa, Italia compresa.

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2.2 Le fasi di sviluppo del bambino

Fröbel si sofferma sugli stadi di sviluppo della personalità umana, concentrandosi in particolare su due periodi: l’infanzia (dalla nascita a 6 anni) e la fanciullezza (da 6 a 10 anni).

L’infanzia è inquadrata come la fase in cui il bambino non è ancora in grado di distinguere se stesso dagli oggetti esterni, pertanto è individuato come essenziale il ruolo della madre, che deve condurre il bambino alla conoscenza della realtà e, in particolare, a riconoscere la distinzione tra oggetto e parola.

La fanciullezza, invece, corrisponde al periodo della scolarità elementare, in cui il fanciullo sviluppa il linguaggio e le capacità di rappresentazione della realtà. Per questa fase Fröbel recupera la dottrina di Pestalozzi sull’intuizione costituita da forma, numero e parola, che va sviluppata attraverso alcune discipline fondamentali: matematica e geometria, lingua, lettura, scrittura e disegno.

Per il pedagogista tedesco ogni fase di sviluppo si fonda su quanto “conquistato” nello stadio precedente e ha aspetti specifici non solo a seconda dell’età, ma anche dettati dalle caratteristiche specifiche del soggetto. L’azione educativa, pertanto, deve tener conto di tutto questo, garantendo il rispetto delle varie fasi di sviluppo dell’individuo e una crescita armonica dello stesso, che non contempla solo lo sviluppo delle facoltà intellettive, ma anche di altre dimensioni.

Per Fröbel, infatti, l’intervento educativo deve anche favorire la formazione della volontà del soggetto, permettendo al fanciullo di acquisire la consapevolezza che tutte le cose sono riconducibili a Dio e che il mondo è una creazione divina. In questa direzione egli incoraggia anche ad alimentare il senso religioso del fanciullo che va guidato, a partire dal contesto familiare, a percepirsi come parte dell’umanità e di tutto il creato.

Inoltre, Fröbel sottolinea l’importanza del sentimento nazionale, che connette direttamente alla vita religiosa dell’individuo e presenta come presupposto essenziale per un’autentica educazione dell’uomo, in quanto la nazione rappresenta la proiezione storica dell’idea stessa di Dio: quindi egli stabilisce uno stretto collegamento tra l’identità nazionale, quella di cristiano e di essere umano.

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Libri di testo innovativi

Nei Kindergarten, le istituzioni create da Fröbel, per l’attività didattica vengono impiegati libri di testo studiati appositamente, come quello di cui è qui riprodotta la copertina. Per l’elaborazione del suo metodo didattico Fröbel procede dalla dottrina pestalozziana dell’intuizione costituita dagli elementi di forma, numero e parola: l’apprendimento delle discipline fondamentali deve avvenire in modo spontaneo da parte del bambino e gli insegnamenti devono rispettarne le fasi di sviluppo.

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2.3 IL GIOCO INFANTILE E I KINDERGARTEN

La più importante traduzione pratica dei principi teorici di Fröbel è rappresentata dal sistema di educazione infantile dei giardini d’infanzia (Kindergarten), che il pedagogista tedesco ha modo di sperimentare a Blankenburg.

La nuova istituzione creata da Fröbel è indirizzata ai bambini di tutte le classi sociali di età compresa fra 3 e 6 anni. Il giardino d’infanzia mira alla libera e spontanea crescita del fanciullo – che è paragonato a una pianta da far fiorire (da qui l’origine della denominazione dell’istituzione) – attraverso attività ed esercizi ordinati e graduati in base agli stadi di sviluppo fisico e cognitivo dell’infanzia. L’attività predominante è il gioco, che non è concepito da Fröbel come una forma di sterile divertimento, ma come una spontanea attività creatrice, che permette al bambino di manifestare la propria personalità, di stabilire rapporti con gli altri, di cogliere in maniera intuitiva l’essenza della realtà esterna e i principi che la regolano:

Il gioco rappresenta il grado più alto dello sviluppo infantile, dello sviluppo umano in questo periodo; poiché esso è libera manifestazione del mondo interiore, per necessità e bisogno di questo mondo. […] I giochi di questa età sono i germi di tutta la vita futura; poiché in essi tutto l’uomo si rivela, sviluppandovi le sue più elevate doti, la sua intima natura.

F. Fröbel, L’educazione dell’uomo, cit., pp. 42-43.

Secondo Fröbel, però, la spontanea creatività del bambino, anche se realizzata in piena autonomia, non va abbandonata al caso, al contrario deve essere stimolata attraverso una serie di giocattoli preordinati: i doni. Il pedagogista tedesco pensa a degli oggetti geometrici – sfera, cubo, cilindro – dotati di un forte valore simbolico, attraverso i quali il bambino può iniziare a:

  • cogliere il senso della forma e del numero;
  • intuire le leggi che regolano la natura e le azioni degli uomini;
  • percepire Dio come creatore del mondo e fine a cui tende tutta l’umanità.

Questi materiali didattici devono essere “donati” secondo un ordine progressivo, rispettoso delle caratteristiche cognitive e spirituali dei bambini:

  • il primo dono è la palla di stoffa; la palla per Fröbel rappresenta il simbolo dell’unità di tutte le cose e consente al bambino di avere una prima intuizione del tutto;
  • il secondo dono è una scatola contenente una sfera, un cubo e un cilindro di legno, che deve favorire nel bambino la percezione dell’armonia tra i contrari;
  • il terzo dono è il cubo scomponibile in otto cubetti, attraverso il quale si acquisisce il rapporto tra le parti e il tutto;
  • i doni successivi sono costituiti da cubi suddivisi in forme differenti, ai quali seguono diverse tipologie di figure piane (tavolette quadrate, triangolari e circolari, bastoncini e anelli).

Nei Kindergarten i “doni” sono utilizzati in vario modo e affiancati da altre attività:

  • il giardinaggio e l’allevamento, per stimolare l’amore per la natura e per gli animali;
  • il canto, la recita di semplici poesie e la lettura di fiabe, concepite come propedeutiche allo sviluppo delle competenze linguistiche;
  • occupazioni varie, come il modellaggio, il collage, gli intrecci di carta, il disegno, per affinare la manualità e progredire nella comprensione delle forme essenziali dell’attività umana.

L’organizzazione dell’ambiente di apprendimento dei Kindergarten è affidata da Fröbel alla maestra giardiniera: una figura opportunamente preparata che si ispira al modello educativo materno e opera in un contesto educativo sereno, che si pone in continuità con quello familiare, proponendo però qualcosa in più, ovvero attività e materiali debitamente preordinati.

Nonostante le riserve sulla concezione teorica di Fröbel e le critiche al geometrismo eccessivo dei doni mosse dai contemporanei, va riconosciuto al pedagogista tedesco il merito di aver posto l’accento su importanti ambiti di interesse pedagogico quali l’importanza della prima infanzia, del gioco didattico e della donna educatrice.

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I “doni”

Nei Kindergarten, “giardini d’infanzia” riservati ai bambini dai 3 ai 6 anni, Fröbel sperimentò il proprio metodo didattico fondato sul concetto di gioco come attività che permette al bambino di manifestare la propria personalità e di apprendere naturalmente. Per stimolare l’apprendimento il pedagogista studiò materiali didattici (i “doni”) consistenti in semplici oggetti di forma geometrica da presentare ai bambini secondo una successione precisa.



  esperienze attive

Progettazione di un gioco Progetta insieme ai tuoi compagni un gioco applicabile ai contenuti di questa unità. Struttura l’attività nella forma del gioco da tavolo o di ruolo, aggiungendo l’elemento competitivo tra piccoli gruppi o squadre.

per lo studio

1. Qual è l’idea di uomo e di infanzia di Fröbel?

2. Che funzioni attribuisce ai “doni”?

3. Quali compiti assegna alla “maestra giardiniera”?


  Per discutere INSIEME 

Fröbel afferma la centralità del gioco nell’educazione infantile. Il gioco, infatti, rappresenta un efficace canale di apprendimento in ogni fase della vita. Rifletti insieme ai tuoi compagni di classe sui possibili inserimenti dell’attività ludica in affiancamento alle consuete lezioni ed esercitazioni previste nel calendario didattico.

I colori della Pedagogia - volume 2
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