2.1 Il filantropismo tedesco
Nei territori tedeschi lo spirito dei “lumi” spinge i sovrani ad attuare riforme dell’istruzione. In Prussia, in particolare, nel 1717 Federico Guglielmo I introduce l’obbligo scolastico, che viene ulteriormente diffuso nel regno da Federico il Grande. Ma i frutti più interessanti dell’Illuminismo in ambito educativo si devono qui al filantropismo.Si fa riferimento a quel movimento educativo ispirato ai principi pedagogici di Locke e Rousseau, che nasce alla fine degli anni Sessanta del Settecento e che ispira diverse esperienze educative, designate con il nome di Philanthropinum. La denominazione (dal greco, letteralmente “amico dell’uomo”) richiama gli aspetti cardine di queste istituzioni educative, tese a favorire la tolleranza, la comprensione e l’amore tra i giovani e verso il prossimo, al di là di ogni differenza di provenienza sociale e geografica. Lo stesso educatore del Philanthropinum è concepito come un filantropo, che persegue la felicità del soggetto e della società per tramite dell’educazione. A livello didattico, si recepiscono alcune istanze pedagogiche rousseauiane – come la bontà originaria dell’uomo, l’importanza assegnata all’infanzia, il primato conferito alla natura – ed è evidente anche l’influsso del principio lockiano dell’“imparare giocando”.
Tra gli esempi più noti di Philanthropinum vanno certamente inclusi quelli realizzati da Basedow e Salzmann, che suscitarono molto entusiasmo, ma anche tante critiche. In particolare, i fautori dell’educazione filantropica furono accusati di non aver saputo cogliere il valore formativo degli autori classici, di dare un’eccessiva importanza all’utilità nella scelta delle discipline scolastiche, di tendere all’enciclopedismo e di nutrire una fiducia eccessiva nell’istruzione. Al di là dei limiti effettivi del filantropismo, a esso va riconosciuto il merito di aver valorizzato la formazione fisica e il lavoro manuale, di aver posto l’accento sulla natura dell’individuo e sulla necessità di sperimentare metodi educativi più partecipativi e di aver fatto della pedagogia un oggetto di studio e di ricerca.