1.1 L’istruzione pubblica dal periodo pre-rivoluzionario a quello napoleonico
La Francia rappresenta la patria dell’Illuminismo e da qui provengono le teorie più avanzate nel campo dell’educazione. Gli intellettuali francesi dei “lumi” prima e dopo la Rivoluzione francese | ▶ APPROFONDIAMO, p. 262 | riservano grande attenzione a questo settore, mettendo a punto numerosi piani di riforma degli studi.Tutti muovono da una critica serrata ai vecchi sistemi educativi, messi sotto accusa per:
- i contenuti e i metodi, ritenuti obsoleti e scarsamente ancorati alle esigenze di progresso della società e ai bisogni dell’educando;
- l’eccessivo protagonismo della Chiesa e lo scarso coinvolgimento dello Stato nell’ambito educativo.
Le proposte, pur nella loro diversità, sono accomunate da due elementi chiave, che vengono indicati come basilari per garantire l’innovazione nel campo dell’istruzione:
- un impegno più marcato dello Stato nell’istruzione, in grado di sostenere la crescita economica e il benessere sociale;
- la promozione dell’istruzione di base e la sua estensione ai ceti popolari.
In merito a quest’ultimo punto, va rilevato che molti sono i sostenitori dell’obbligatorietà e gratuità dei gradi inferiori dell’istruzione. Tali principi, soprattutto nel periodo rivoluzionario, rappresentano una delle applicazioni più immediate del nuovo orizzonte di libertà, uguaglianza e fraternità proclamato in questa fase storica, anche se non mancano le voci contrarie alla promozione dell’istruzione elementare presso il popolo, paventando problemi di ordine sociale.
La Costituzione rivoluzionaria del 1791, tuttavia, pone un punto fermo sulla questione, pronunciandosi a favore di «un’istruzione pubblica, comune a tutti i cittadini, gratuita nelle parti indispensabili a tutti gli uomini». Segue un periodo di potenziamento delle scuole primarie, che conosce una battuta d’arresto con la fine del regime del Terrore.
Con il governo del Direttorio, che regge le sorti della Francia dal 1795 al 1799, viene promossa soprattutto l’istruzione superiore di tipo tecnico-scientifico. L’istruzione di base viene affidata ai comuni e l’iniziativa dei privati riprende vigore. Si tratta di una delle conseguenze dirette di questa nuova fase, dominata dall’avanzata della borghesia al potere, che non crede nelle istanze di gratuità e obbligatorietà dell’istruzione pubblica.
La linea della politica scolastica del Direttorio è ripresa durante il periodo napoleonico, nel corso del quale sono avanzate misure che permettono di perfezionare l’accentramento del sistema d’istruzione, attraverso l’imposizione di:
- programmi uniformi per tutti gli ordini scolastici;
- esami di Stato, che segnano il passaggio da un grado d’istruzione a quello superiore;
- meccanismi di controllo sull’attività scolastica affidati a presidi, ispettori e prefetti.
In questa fase, rispetto ai vari livelli d’istruzione si può osservare che:
- l’istruzione elementare torna a essere gestita soprattutto dalla Chiesa;
- l’istruzione secondaria ritorna al curriculum di stampo umanistico;
- l’istruzione superiore registra un potenziamento della formazione tecnico-professionale, favorita attraverso l’istituzione di accademie, scuole speciali, scuole normali superiori e scuole militari.