L’UNITÀ IN BREVE

VERSO NUOVE PROSPETTIVE PEDAGOGICHE

1. Rousseau e l’educazione naturale

Jean-Jacques Rousseau è una delle figure più rilevanti dell’Illuminismo. Egli:

• è fortemente critico nei confronti del suo tempo;
• crede nella bontà originaria dell’uomo;
• propone nell’Emilio una nuova visione dell’infanzia e del precettore.

Inoltre, Rousseau sottolinea:

• la centralità del fanciullo nel processo educativo;
• la necessità di un intervento educativo capace di accompagnare il naturale sviluppo dell’individuo, senza forzature e imposizioni dall’alto.

2. Kant e l’esigenza primaria dell’educazione

Il filosofo tedesco Immanuel Kant dà un contribuito alla definizione del pensiero pedagogico dell’epoca. Nel saggio Sulla pedagogia, in cui il suo allievo Rink ha raccolto le lezioni da lui tenute all’università sull’argomento, all’educazione sono attribuiti due compiti fondamentali:

• consentire al soggetto di sviluppare la ragione/pensiero critico per il superamento della condizione bestiale per vivere nella legge morale;
• favorire il progresso della specie umana nel perfezionamento morale.

Kant distingue fra:

• educazione fisica o naturale, che riguarda sia il corpo (per il quale promuove l’esercizio fisico e attività preparatorie al lavoro) sia le facoltà intellettuali (per cui propone il metodo socratico a livello metodologico e sostiene l’insegnamento scientifico);
• formazione morale, che rappresenta il fine primo dell’educazione.

3. Vico e la conoscenza del fare

Una voce del tutto originale per l’impostazione del problema pedagogico è quella del pensatore napoletano Giambattista Vico. Secondo Vico l’uomo può conoscere solo ciò che costruisce, cioè l’opera degli uomini e dei popoli. Egli:

• condanna le pratiche educative del suo tempo ispirate al razionalismo cartesiano;
• recupera la tradizione umanistica letteraria;
• rivendica la necessità di una formazione compiuta a stretto contatto con la società.

Vico dà vita a una nuova filosofia: lo storicismo.