1.2 I collegi: evoluzione e fortuna
Il nuovo ordine non nasce con il proposito di dedicarsi al magistero educativo. Infatti, inizialmente, Ignazio di Loyola pensava di servire Dio con una missione in Terrasanta; poi, risultato il suo proposito impossibile da attuare, egli sceglie di dedicarsi ad attività religiose tradizionali, quali la predicazione, le opere di carità e soprattutto l’istruzione catechistica.
In consonanza con questi obiettivi, Ignazio stabilisce di accogliere nell’ordine solo persone mature e già preparate nello spirito e nella mente. Tuttavia, ben presto emerge la necessità di accettare giovani che devono ancora completare il percorso di studi. Così sorgono i primi collegi gesuitici, che in origine hanno la forma di residenze, istituite per gli studenti dell’ordine che devono frequentare le università. Non passa molto tempo che, constatata l’insufficienza della preparazione universitaria, vengono introdotte lezioni all’interno dei collegi e da lì il passo è breve per giungere alla progressiva apertura dei collegi gesuitici a studenti esterni.
Nel 1542 è fondato a Goa un collegio per istruire i ragazzi indiani. Poco dopo sono istituiti e aperti agli studenti esterni il collegio di Gandia in Spagna (1545) e quello di Messina (1548). Nel 1551 è la volta del Collegio romano, che diviene l’istituzione di punta della Compagnia, quella che funge da modello per tutte le altre.
Lo sviluppo dell’ordine e delle sue fondazioni (residenze, noviziati, case professe, collegi) in Europa e nelle terre di missione (America iberica, India, Cina, Giappone) è rapido e imponente, tanto che i gesuiti nel corso del XVII secolo assumono una posizione di assoluto predominio nel campo della formazione superiore e universitaria.
L’alto livello della proposta formativa e il sostegno accordato dalle autorità laiche e religiose decretano il successo dei collegi, che permane incontrastato per ben due secoli. Verso la metà del Settecento, però, comincia il declino della Compagnia di Gesù. Da un lato, i sovrani iniziano a vedere nel potere politico ed economico assunto dall’ordine un ostacolo al proprio assolutismo e, dall’altro, la proposta formativa dei collegi – fortemente incentrata sulla formazione umanistica – diviene oggetto di forti critiche, in quanto ritenuta non adeguata a rispondere alle esigenze di tipo tecnico-scientifico della società del tempo.
Espulsa da vari paesi nella seconda metà del Settecento, la Compagnia di Gesù viene soppressa da papa Clemente XIV nel 1773. Tuttavia, il modello educativo gesuitico costituirà un punto di riferimento anche per le iniziative educative laiche successive e tornerà in auge al momento della ricostituzione dell’ordine, avvenuta nel 1814.