CITTADINI RESPONSABILI - Il genocidio guatemalteco

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Il genocidio guatemalteco

L'evento che tutt'oggi viene definito erroneamente "scoperta dell'America" è stato in realtà uno dei più violenti e drammatici della storia dell'umanità. Tzvetan Todorov (filosofo, 1939-2017) ha stimato che nei cinquant'anni successivi all'arrivo degli europei, la popolazione che abitava il continente americano passò dagli 80 ai 10 milioni, su una popolazione mondiale di 400 milioni di persone.

Le cause di questo genocidio furono gli omicidi diretti, i maltrattamenti, l'introduzione di malattie fino a quel momento sconosciute, oltre che il sovvertimento del tessuto sociale e la repressione delle visioni del mondo su cui si reggevano i popoli originari. Ma lo sterminio indigeno, purtroppo, continua fino ai giorni nostri.
Il Guatemala è l'unico paese dell'America centrale la cui popolazione è composta maggioritariamente da indigeni. Dal 1960 al 1996 il paese ha vissuto una sanguinaria guerra civile, associata a un terribile genocidio condotto dall'esercito nazionale e da organizzazioni paramilitari ai danni della popolazione maya, con il solo scopo di perpetuare i privilegi dell'oligarchia e gli interessi economici stranieri, specialmente statunitensi. Il genocidio guatemalteco ha raggiunto il suo apice negli anni Ottanta e ha causato la morte o la sparizione di circa 200 000 persone. Dopo gli accordi di pace del 1996, una commissione interdiocesana ha cercato di fare luce sulle gravi violazioni ai diritti umani compiute durante la guerra civile. I risultati sono stati pubblicati in un rapporto in quattro volumi dal titolo Guatemala: nunca más ("Guatemala: mai più"). Il vescovo di Città del Guatemala, monsignor Juan José Gerardi, che presiedeva la commissione per il recupero della memoria storica, è stato assassinato il 26 aprile 1998, due giorni dopo la presentazione del rapporto.
L'aspirazione alla giustizia e il recupero della memoria storica, tuttavia, continuano a essere al centro dell'impegno sociale di molti guatemaltechi e ha condotto ad alcuni importanti risultati. Per esempio, nel 2013, in una sentenza di importanza storica, il generale Ríos Montt (1926-2018) è stato condannato per genocidio e crimini contro l'umanità da un tribunale del suo stesso paese.
L'arte è uno dei campi in cui si mostra con maggiore forza la costante reinvenzione culturale maya. Ne sono un esempio le canzoni di Sara Curruchich, giovanissima compositrice di origine maya cakchiquel, i cui testi propongono temi legati alla storia e alla cultura maya, alla difesa dei diritti delle donne e dei popoli autoctoni. Sandy Hernández, invece, è un'attrice, compositrice e formatrice teatrale. Il suo personaggio clown, Piccoletta, affronta con raffinata comicità questioni complesse come il genocidio e la resistenza indigena, nella convinzione che il teatro e il sorriso possano essere veicolo di sanazione collettiva.

I colori della Pedagogia - volume 1
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