2.1 IL NOSTRO ALTRO?
Per la sensibilità occidentale l’Estremo Oriente, in particolare la Cina, ha da sempre rappresentato l’“altro” per eccellenza.
E ancora oggi continua a essere il termine di paragone fondamentale, diversamente da altre civiltà, che si sono estinte (quelle dell’antico Egitto e della Mesopotamia) o che non vengono considerate altrettanto autorevoli (i popoli indigeni dell’America Latina, dell’Africa e dell’Oceania).
Il confronto Occidente-Oriente ha oscillato nel tempo tra due posizioni: da una parte l’Occidente ha elaborato interpretazioni sull’Oriente volte ad affermare la propria presunta superiorità; dall’altra, l’Oriente è stato spesso esaltato come la sede di una saggezza lontana e fuori dal tempo. Queste opposte posizioni hanno un importante punto in comune: hanno spesso descritto l’Oriente in funzione e in rapporto all’Occidente, invece di cercare di comprenderlo a partire dai suoi riferimenti culturali. La rappresentazione occidentale dell’Oriente ha dunque frequentemente riflettuto le paure, i desideri e i problemi dell’Occidente stesso.
È importante essere consapevoli di questi meccanismi di comprensione, che si attivano quando ci rapportiamo alla diversità culturale e nascono dall’esigenza di riportarla a una dimensione più familiare. Per certi versi sono utili ma, allo stesso tempo, possono produrre conoscenze semplicistiche. Per questo bisogna metterli in discussione e cercare sempre di superarli, per non accontentarsi di una visione riduttiva e distorta degli altri universi culturali. Con questa consapevolezza vogliamo intraprendere lo studio dell’antica civiltà cinese e dei tratti generali delle sue concezioni educative.