T1 - Vangelo di Marco, Un incontro che trasforma

PAROLA D’AUTORE

|⇒ T1  Vangelo di Marco

Un incontro che trasforma

Questo episodio viene raccontato anche nel Vangelo di Matteo (15, 21-28), che presenta la donna come una “cananea”. Nel Vangelo di Marco, la narrazione è più essenziale e va subito al cuore del messaggio. Gesù si reca in una regione caratterizzata da frequenti conflitti tra ebrei e pagani. Qui incontra una donna straniera, che lo induce a un cambio di prospettiva.

Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia . Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva : «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini ». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

Rispondi

1. Come cambia l’atteggiamento di Gesù nel corso del brano?
2. Con quali aggettivi descriveresti la donna sirofenicia?
3. Alla luce della lettura del capitolo e di questo brano, immagina che questo episodio avvenga ai nostri giorni: chi sarebbe l’interlocutrice di Gesù? Quale problema gli presenterebbe? A quali espressioni comuni Gesù farebbe ricorso per prendere le distanze? E quali parole invece userebbe per esaudire la richiesta della sua interlocutrice?

|⇒ T2  Vangelo di Matteo

Le beatitudini

Il seguente brano è un passo del Vangelo di Matteo conosciuto come Le beatitudini.
Lo proponiamo nella versione di Nathan André Chouraqui (1917-2007), filosofo ebreo di origini algerine molto impegnato nel dialogo interreligioso tra ebraismo, cristianesimo e islam, traducendola dal francese nel modo più letterale possibile.

1. Et, voyant les foules, il monte sur la montagne et s’assoit là. Ses adeptes s’approchent de lui.
2. Il ouvre la bouche, les enseigne et dit:
3. «En marche1, les humiliés du souffle! Oui, le royaume des ciels est à eux!
4. En marche, les endeuillés! Oui, ils seront réconfortés!
5. En marche, les humbles! Oui, il shériteront la terre!
6. En marche, les affamés et les assoiffés de justice! Oui, ils seront rassasiés!
7. En marche, les matriciels! Oui, ils seront matriciés!
8. En marche, les coeurs purs! Oui, ils verront Elohîms!
9. En marche, les faiseurs de paix! Oui, ils seront criésfils d’Elohîms.
10. En marche, les persécutés à cause de la justice!
Oui, le royaume des ciels est à eux!
11. En marche, quand ils vous outragent et vous persécutent, en mentant vous accusent de tout crime, à cause de moi.
12. Jubilez, exultez! Votre salaire est grand aux ciels! Oui, ainsiont-ils persécuté les inspirés, ceux d’avant vous.

1. E, vedendo le folle, sale sulla montagna e si siede lì. I suoi discepoli si avvicinano a lui.
2. Apre la bocca, insegna loro e dice:
3. «In marcia, coloro che sono privati del soffio vitale2! Sì, il regno dei cieli è loro!
4. In marcia, i sofferenti! Sì, saranno confortati!
5. In marcia, gli umili! Sì, erediteranno la terra!
6. In marcia, gli affamati e gli assetati di giustizia!
Sì, saranno saziati!
7. In marcia, coloro che sono capaci di viva compassione! Sì, riceveranno compassione!
8. In marcia, i cuori puri! Sì, vedranno Elohim!
9. In marcia, i costruttori di pace! Sì, saranno chiamati a voce alta figli di Elohim.
10. In marcia, i perseguitati a causa della giustizia!
Sì, il regno dei cieli è loro!
11. In marcia, quando vi oltraggiano e vi perseguitano, mentendo vi accusano di ogni crimine, a causa mia.
12. Giubilate, esultate! La vostra ricompensa è grande nei cieli! Sì, allo stesso modo hanno perseguitato gli ispirati3, prima di voi.

Rispondi

1. Chi sono i protagonisti di questo brano?
2. Nella realtà attuale, chi sono secondo te “gli affamati e gli assetati di giustizia”?
3. Che cosa significa essere capaci di compassione?

 >> pagina 240 

|⇒ T3  Agostino

La filosofia nel cammino verso Dio

L’episodio riportato in questo brano si situa nel periodo in cui Agostino si trovava a Cartagine per compiere gli studi, quindi in una fase precedente la conversione.
Il racconto mostra come anche un testo estraneo alla tradizione cristiana può avvicinare a Dio, se il suo fine non è il risultato estetico ma la ricerca della sapienza. Questa tesi viene espressa da Agostino anche in altre opere. Nel De ordine (“L’ordine”), per esempio, sostiene che la cultura pagana può svolgere una funzione educativa se viene messa a servizio della fede.

Trascorsi quell’età ancora malferma, studiando i testi di eloquenza. Qui bramavo distinguermi, per uno scopo deplorevole e frivolo quale quello di soddisfare la vanità umana; e fu appunto il corso normale degli studi che mi condusse al libro di un tal Cicerone, ammirato dai più per la lingua, non altrettanto per il cuore. Quel suo libro contiene un incitamento alla filosofia e s’intitola Ortensio. Quel libro, devo ammetterlo, mutò il mio modo di sentire, mutò le preghiere stesse che rivolgevo a te, Signore, suscitò in me nuove aspirazioni e nuovi desideri, svilì d’un tratto ai miei occhi ogni vana speranza e mi fece bramare la sapienza immortale con incredibile ardore di cuore. Così cominciavo ad alzarmi per tornare a te. Non usavo più per affilarmi la lingua, per il frutto cioè che apparentemente ottenevo con il denaro di mia madre1: avevo allora diciotto anni e mio padre era morto da due; non per affilarmi la lingua dunque usavo quel libro, che mi aveva del resto conquistato non per il modo di esporre, ma per ciò che esponeva.
Come ardevo, Dio mio, come ardevo di rivolare dalle cose terrene a te, pur ignorando cosa tu volessi fare di me. La sapienza sta presso di te2, ma amore di sapienza ha un nome greco, filosofia. Del suo fuoco mi accendevo in quella lettura. Taluno seduce il prossimo mediante la filosofia, colorando e truccando con quel nome grande, fascinoso e onesto i propri errori. Ebbene, quasi tutti coloro che sia al suo tempo, sia prima agirono in tal modo, vengono bollati e denunciati in quel libro. Così vi è illustrato l’ammonimento salutare che ci diede il tuo spirito per bocca del tuo servitore buono e pio3: Attenti che nessuno v’inganni mediante la filosofia e la vana seduzione propria della tradizione umana, propria dei princìpi di questo mondo, ma non propria di Cristo, perché in Cristo sussiste tutta la pienezza della divinità corporeamente4. A quel tempo, lo sai tu5, lume della mia mente, io ignoravo ancora queste parole dell’Apostolo; pure, una cosa sola bastava a incantarmi in quell’incitamento alla filosofia: le sue parole mi stimolavano, mi accendevano, m’infiammavano ad amare, a cercare, a seguire, a raggiungere, ad abbracciare vigorosamente non già l’una o l’altra setta filosofica, ma la sapienza in sé e per sé là dov’era. Così una sola circostanza mi mortificava, entro un incendio tanto grande: l’assenza fra quelle pagine del nome di Cristo. Quel nome per tua misericordia, Signore6, quel nome del salvatore mio, del Figlio tuo, nel latte stesso della madre, tenero ancora il mio cuore aveva devotamente succhiato e conservava nel suo profondo. Così qualsiasi opera ne mancasse, fosse pure dotta e forbita e veritiera, non poteva conquistarmi totalmente.

Rispondi

1. Qual era il sogno di Agostino diciottenne?
2. Quale effetto suscita la lettura dell’Ortensio in Agostino? Sottolinea le espressioni che descrivono la sua reazione.
3. In questo brano viene illustrato un modo sbagliato di rapportarsi alla filosofia. Rielaboralo con le tue parole.
4. Dal brano emerge che Agostino si sente in dialogo con Dio. Sottolinea le frasi che fanno riferimento a questo aspetto.

I colori della Pedagogia - volume 1
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L'educazione dal mondo antico all’alto Medioevo - Primo biennio del liceo delle Scienze umane