2.1 LE CONFESSIONI: UN DIALOGO CON LA REALTÀ E CON DIO
Agostino d’Ippona | ▶ L’AUTORE | è considerato il massimo esponente della patristica latina, il pensiero teologico elaborato da coloro che, in Occidente, posero le basi dottrinali della religione cristiana e che per questo vengono annoverati, assieme agli esponenti della patristica greco-orientale | ▶ APPROFONDIAMO, p. 236 |, come Padri della Chiesa.
La patristica latina si sviluppò in particolare dopo l’editto di Milano del 313, anno in cui i due Augusti (cioè imperatori) Costantino e Licinio, che governavano l’uno la parte occidentale, l’altro la parte orientale dell’impero, si incontrarono a Milano, capitale d’Occidente, e sancirono con un accordo la libertà di culto, ponendo fine alle persecuzioni contro i cristiani.
Questo evento ebbe conseguenze rilevanti sulla storia dell’Occidente e della cristianità. Sul piano della riflessione, favorì il passaggio da una produzione letteraria tesa a difendere le ragioni del cristianesimo dagli attacchi degli avversari – l’apologetica – a una produzione incentrata sulla costruzione di un sistema di pensiero cristiano: la patristica appunto. In questo percorso, Agostino fu un grande mediatore tra la cultura greco-romana e la religione cristiana. Nella sua teorizzazione fu influenzato soprattutto dalla filosofia platonica e neoplatonica.
Agostino fu un autore molto prolifico. La più conosciuta e la più letta delle sue opere è senza dubbio lo scritto autobiografico intitolato Le confessioni, in cui ripercorre la sua vita a partire dall’infanzia e alla luce dell’esperienza della conversione al cristianesimo. Le confessioni sono considerate la prima autobiografia della letteratura occidentale, nel senso contemporaneo del termine. In esse, infatti, l’autore rivela una raffinata capacità di introspezione e di analisi degli stati interiori, delle motivazioni, delle trasformazioni e persino delle strategie da lui stesso messe in atto per autoingannarsi, cioè per nascondere a se stesso, consapevolmente, la verità. Dalle Confessioni emerge un Agostino capace di lasciarsi toccare e interrogare da ciò che accade nella quotidianità: la lettura di un libro o una malattia, un incontro fugace con un uomo di strada e molto altro ancora. La conversione, pertanto, si configura non come un episodio ma come un percorso maturato nel tempo, grazie alla capacità di stare in un atteggiamento di ascolto e di apprendimento di fronte alla realtà. Ciò non toglie, tuttavia, che all’interno di questo percorso sia possibile riconoscere un apice, che determina una rottura e un cambiamento di vita radicale. Il senso centrale del libro non è semplicemente la confessione dei propri peccati da parte dell’autore, ma soprattutto il riconoscimento della misericordia di Dio, che accoglie e dirime la debolezza umana, e l’affermazione di fede che ne scaturisce.
La parte più specificatamente autobiografia dell’opera si conclude con il libro IX. L’ultima parte ha carattere soprattutto filosofico e teologico: in particolare, i libri X e XI affrontano le questioni del tempo e della memoria, mentre gli ultimi due offrono una spiegazione del significato allegorico del racconto della creazione contenuto nel libro della Genesi.