T1 - Auguste Comte, I tre stadi della conoscenza umana

PAROLA D’AUTORE

|⇒ T1  Auguste Comte

I tre stadi della conoscenza umana

In questo brano, Comte definisce la cosiddetta “legge dei tre stadi”. In base a questa legge, la conoscenza umana e, di rimando, la società evolvono attraversando tre diversi periodi: teologico, metafisico e positivo. Questi sono tra loro gerarchicamente ordinati, sempre più complessi e orientati al raggiungimento della conoscenza scientifica e oggettiva della realtà.
Studiando lo sviluppo dell’intelligenza umana nel suo complesso nelle diverse sfere di attività, dal suo primo più semplice inizio sino ai nostri giorni, credo d’aver scoperto una grande legge fondamentale […]. Questa legge consiste nel fatto che ognuna delle nostre concezioni principali, ogni branca della nostra conoscenza, passa successivamente per tre stadi teoricamente diversi: lo stadio teologico o fittizio; lo stadio metafisico o astratto; lo stadio scientifico o positivo. In altre parole, lo spirito umano per sua natura, impiega successivamente, in ogni sua ricerca, tre metodi filosofici il cui carattere è sostanzialmente diverso e persino radicalmente opposto: dapprima il metodo teologico, poi quello metafisico e infine quello positivo. Donde tre specie di filosofie o di modi generali di concepire i fenomeni globalmente presi, che si escludono reciprocamente; il primo è il punto di partenza necessario dell’intelligenza umana; il terzo è il suo stadio fisso definitivo; il secondo è destinato unicamente a servire da transizione […].
Nello stadio positivo, lo spirito umano, riconoscendo l’impossibilità di conseguire condizioni assolute, rinuncia a ricercare l’origine e il destino dell’universo e a conoscere le cause intime dei fenomeni, per dedicarsi a scoprire, con l’uso ben combinato del ragionamento e dell’osservazione, le leggi che effettivamente li governano, cioè i loro rapporti invariabili di successione e di somiglianza. La spiegazione dei fatti, ridotta così ai suoi termini reali, non è più che il legame stabilito tra i diversi fenomeni particolari e alcuni fatti generali che i progressi della scienza tendono a ridurre sempre più di numero.

Rispondi

1. In che cosa consiste la “legge” a cui si riferisce Comte?
2. In che cosa sono diverse le «specie di filosofie» delle quali parla l’autore?
3. Che cosa distingue lo stadio positivo?

|⇒ T2  Herbert Spencer

La differenziazione della specie

In questo brano Spencer traccia un parallelo tra la crescente complessità (e quindi differenziazione) degli organismi in natura e la crescente complessità dell’organizzazione sociale man mano che la società si evolve e si differenzia al suo interno.
Un animale inferiore, o l’embrione di un animale superiore, ha poche parti che si possono distinguere, ma, mentre acquista una massa maggiore, le sue parti si moltiplicano, e simultaneamente si differenziano. […] Anche il polipo ordinario fornisce un chiaro esempio. È possibile rivoltare sottosopra una di quelle creature sacciformi, in modo che la pelle diventi stomaco e lo stomaco pelle: e ciascuna parte comincia a compiere le funzioni dell’altra. Come si sale il grado dell’organizzazione, tali scambi diventano meno effettuabili. Lo stesso avviene di una società. Dapprima le diversità tra i suoi gruppi di unità sono poco notevoli quanto a numero e a grado, ma, facendosi essa popolosa, le divisioni delle suddivisioni divengono più numerose e più spiccate. […]
Finché essa è rudimentale, tutti sono guerrieri, cacciatori, costruttori di capanne, fabbricanti di utensili: ogni parte soddisfa da sé i propri bisogni. Il progresso, fino al punto di avere un esercito permanente, può avere luogo solo quando sorgono ordinamenti tali per cui il resto possa fornire l’esercito di vettovaglia, di vestiti, di munizioni di guerra. Se qua la popolazione si occupa esclusivamente di agricoltura e là di miniere, se questi manifatturano i beni, mentre quelli li distribuiscono, ciò può avvenire a condizione che, in cambio di un certo servizio reso da una parte alle altre, ciascuna di queste altre parti presti i propri servizi nelle debite proporzioni. Tale divisione del lavoro, che fu dapprima osservata dagli economisti come un fenomeno sociale, e quindi riconosciuto dai biologi come fenomeno dei corpi viventi, è chiamata “divisione fisiologica del lavoro”, è quella che fa della società, come dell’animale, un corpo vivente. Non si può insistere abbastanza sulla verità, che, rispetto a questo carattere fondamentale, l’organismo sociale e l’individuale sono del tutto simili.

Rispondi

1. Perché secondo Spencer la società può essere paragonata a un organismo?
2. Che cosa distingue una società “rudimentale” da una società “complessa”?
3. Perché l’autore definisce la divisione del lavoro “fisiologica”?

 >> pagina 75 

|⇒ T3  Karl Marx e Friedrich Engels

La storia come lotta fra classi

Il brano, scritto da Marx insieme a Engels, rappresenta uno dei passaggi più importanti del Manifesto del partito comunista. Qui gli autori definiscono tanto la loro visione della storia e dello sviluppo della società, quanto delle classi sociali e delle contrapposizioni che tra esse sorgono. A differenza di Comte e Spencer, il progredire della società non è legato agli sviluppi della scienza, ma a quelli dell’economia e delle contrapposizioni che si creano tra diversi gruppi sociali.
La storia di ogni società sinora esistita è storia di lotte di classi. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in una parola oppressori e oppressi sono sempre stati in contrasto fra di loro, hanno sostenuto una lotta ininterrotta, a volte nascosta, a volte palese: una lotta che finisce sempre con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la rovina comune delle classi in lotta.
Nelle prime epoche della storia troviamo quasi dappertutto una completa divisione della società in varie caste, una multiforme gradazione delle posizioni sociali. Nell’antica Roma abbiamo patrizi, cavalieri, plebei, schiavi; nel Medioevo signori feudali, vassalli, maestri d’arte, garzoni, servi della gleba, e per di più in quasi ciascuna di queste classi altre speciali gradazioni.
La moderna società borghese, sorta della rovina della società feudale, non ha eliminato i contrasti fra le classi. Essa ha soltanto posto nuove classi, nuove condizioni di pressione, nuove forme di lotta in luogo delle antiche. L’epoca nostra, l’epoca della borghesia, si distingue tuttavia perché ha semplificato i contrasti fra le classi. La società intera si va sempre più scindendo in due grandi campi nemici, in due grandi classi direttamente opposte l’una all’altra: borghesia e proletariato. Dai servi della gleba del Medioevo uscirono i borghigiani delle prime città; da questi borghigiani ebbero sviluppo i primi elementi della borghesia.
La scoperta dell’America e la circumnavigazione dell’Africa offrirono un nuovo terreno alla nascente borghesia. Il mercato delle Indie orientali e della Cina, la colonizzazione dell’America, lo scambio con le colonie, l’aumento dei mezzi di scambio e delle merci in generale, diedero un impulso prima d’allora sconosciuto al commercio, alla navigazione, all’industria, e in pari tempo favorirono il rapido sviluppo dell’elemento rivoluzionario in seno alla società feudale che si andava sfasciando.
L’organizzazione feudale o corporativa dell’industria da quel momento non bastò più ai bisogni, che andavano crescendo col crescere dei nuovi mercati. Subentrò la manifattura. I maestri di bottega vennero soppiantati dal medio ceto industriale; la divisione del lavoro tra le diverse corporazioni scomparve davanti alla divisione del lavoro nelle singole officine stesse.
Ma i mercati continuavano a crescere, e continuavano a crescere i bisogni. Anche la manifattura non bastava più. Ecco il vapore e le macchine rivoluzionare la produzione industriale. Alla manifattura subentrò la grande industria moderna; al medio ceto industriale succedettero gli industriali milionari, i capi di interi eserciti industriali, i moderni borghesi.
La grande industria ha creato quel mercato mondiale che la scoperta dell’America aveva preparato. Il mercato mondiale ha dato un immenso sviluppo al commercio, alla navigazione, alle comunicazioni per terra. Quello sviluppo, a sua volta, ha reagito sull’espansione dell’industria; e in quella stessa misura in cui si sono andate estendendo l’industria, il commercio, la navigazione, le ferrovie, anche la borghesia si è sviluppata, ha aumentato i suoi capitali e risospinto nel retroscena tutte le classi che erano una eredità del Medioevo.

Rispondi

1. Perché secondo Marx ogni società ha alle proprie spalle una storia di “lotta di classi”?
2. Che cosa distingue “l’epoca della borghesia” dalle precedenti?
3. Perché secondo Marx la borghesia si afferma nello stesso momento in cui si sviluppano l’industria, il commercio, la navigazione e le ferrovie?

I colori della Sociologia
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Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane