L’UNITÀ IN BREVE

L’unità in breve

UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ DIGITALE

1. LA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA

La società contemporanea viene spesso definita come società della conoscenza” (knowledge society), ossia una società fondata sul sapere, la ricerca e l’innovazione.
Conoscenze esperte e tecnologie dell’informazione della comunicazione (ICT, Information and Communication Technology) costituiscono i principali fattori di produzione di tale società.
La ricerca scientifica e i processi di innovazione tecnologica rivestono un ruolo particolarmente importante, al pari delle tecnologie digitali. Le piattaforme digitali, in particolare, permettono lo sviluppo di nuove modalità di produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi, basate su relazioni di scambio di tipo cooperativo e che stimolano forme di economia collaborativa (sharing economy).

2. LE ORGANIZZAZIONI E IL LAVORO: TRA INDUSTRIA E SERVIZI

La società contemporanea è stata spesso definita anche come “società post-industriale”, al fine di far riferimento ad alcuni importanti cambiamenti che, a partire dalla fine degli anni Settanta, hanno portato l’economia a essere sempre più centrata sui servizi e la personalizzazione dei prodotti invece che sulla grande industria e la produzione di beni di massa come accadeva nel Novecento.
Il modello di produzione taylor-fordista della catena di montaggio cede il passo ai modelli organizzativi di stampo toyotista, basati sul just in time, lo sviluppo di una forte identità d’impresa e la capacità di andare incontro alle richieste del cliente.
Diverse ricerche sociologiche hanno messo in evidenza come nella società contemporanea il lavoro si frammenti, sia in termini di professioni e settori di produzione, sia in termini di condizioni e diritti dei lavoratori. “Flessibilità” diventa la parola d’ordine e l’incremento delle abilità, delle competenze e dei saperi professionali si accompagna a un’incertezza dei rapporti d’impiego e all’assenza di una sicura prospettiva di lavoro.

3. I CONSUMI, GLI STILI DI VITA E LA MODA

A partire dalla seconda metà del Novecento, si sviluppa la cosiddetta “società dei consumi”, caratterizzata dall’importanza delle merci, della moda, della pubblicità così come dal “tempo libero” quale principale ambito di espressione individuale. Le persone costruiscono la loro identità sociale attraverso ciò che consumano così che lo status sociale è dato non più soltanto dal lavoro, ma da ciò che si acquista. Beni e oggetti hanno infatti un valore simbolico e portano a ciò che Veblen, già nel 1899, definì come “consumo vistoso”. Bourdieu, nel 1979, introdusse in proposito il concetto di “distinzione” per spiegare come gli individui mettano in mostra i loro diversi status sociali attraverso le loro scelte estetiche e di consumo. Le differenze nei consumi divengono così uno strumento di riproduzione delle disuguaglianze sociali.
Nella società dei consumi, inoltre, l’atto del consumo diventa una delle modalità attraverso cui i cittadini/consumatori possono incidere sulla vita pubblica, per esempio prestando attenzione alla sostenibilità ambientale di ciò che viene consumato, oppure utilizzando le tecnologie digitali per dar vita a forme di consumo collaborativo.

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I colori della Sociologia
I colori della Sociologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane