1.1 LA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA
Si sente spesso parlare della società contemporanea in termini di “società della conoscenza” (knowledge society), ma che cosa si intende con questa espressione?
Essa fu introdotta nel 1969 dall’economista austriaco, poi naturalizzato statunitense, Peter Drucker (1909-2005) per indicare come la crescita economica e le attività che producono valore fossero sempre più basate sulla conoscenza. A livello politico ed economico, questa espressione ha, però, acquisito particolare importanza solo a partire dal 2000, quando il Consiglio europeo ha adottato l’obiettivo strategico di far «diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale».
La società della conoscenza fonda dunque la propria crescita e il proprio sviluppo sul sapere, la ricerca e l’innovazione. Di rimando, capacità di apprendimento e abilità nell’aggiornamento continuo delle proprie conoscenze risultano risorse fondamentali: possederle vuol dire avere maggiori opportunità di trovare un lavoro stabile e qualificato, nonché di “stare al passo” con la società. La knowledge society è quindi anche una learning society (“società dell’apprendimento”), che stimola i suoi membri ad apprendere e rielaborare nuove informazioni e nuovi saperi.
Bisogna innanzitutto tenere presente che la conoscenza è un bene anomalo. Non è infatti un bene consumabile, come l’inchiostro della penna o il petrolio, ma non è neppure un bene pubblico, come l’aria o l’acqua, in quanto l’uso ripetuto e collettivo della conoscenza non ne deteriora il valore, ma, al contrario, lo aumenta, generandone di nuova. Nella società della conoscenza, quindi, i ▶ fattori di produzione non risiedono più soltanto nel lavoro e nei capitali finanziari, tecnologici e naturali, ma coinvolgono conoscenze esperte e reti di comunicazione globali. La società della conoscenza si caratterizza infatti anche per l’uso diffuso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT, Information and Communication Technology) e per il suo basarsi su enormi banche dati, reti di computer interconnessi e dispositivi per la comunicazione e la condivisione delle informazioni a distanza come gli smartphone.
La produzione e la trasmissione della conoscenza sono ciò che caratterizza l’intera storia della specie umana. Definire la società contemporanea come “società della conoscenza” non vuol dire, dunque, che la conoscenza non abbia avuto un ruolo importante in tutte le società che l’hanno preceduta.
Oggi, tuttavia, informazione e conoscenza assumono una tale velocità, diffusione e varietà di forme da essere il motore principale dell’economia, della politica e della vita sociale. Non a caso, trascorriamo sempre più tempo della nostra vita quotidiana a contatto con diversi tipi di tecnologie, tanto a fini di studio e di lavoro, quanto per diletto, divertimento e, più in generale, per essere in contatto con altre persone e tenerci aggiornati.