FINESTRE INTERDISCIPLINARI - Il caso di Sacco e Vanzetti

FINESTRE INTERDISCIPLINARI – Sociologia & Storia

Il caso di Sacco e Vanzetti

La tragica storia degli immigrati italiani Nicola Sacco (1891-1927) e Bartolomeo Vanzetti (1888-1927) rappresenta uno dei casi storici più noti ed emblematici dei pregiudizi contro gli immigrati italiani negli Stati Uniti nel periodo delle grandi migrazioni all’inizio del Novecento.

Sacco e Vanzetti erano immigrati nel 1908-1909 negli Stati Uniti in cerca di lavoro, poiché nelle proprie regioni di origine – il Piemonte e la Puglia – in quell’epoca vi era una grande povertà. Arrivati negli Stati Uniti, iniziarono a lavorare come operai, avvicinandosi ai movimenti politici di sinistra.

Nel 1920 vennero accusati ingiustamente di aver commesso un omicidio in una cittadina del Massachusetts durante una rapina e nel 1921 vennero condannati a morte dopo un’indagine che fu caratterizzata da evidenti pregiudizi nei confronti degli italiani. Durante il processo, per esempio, alcuni connazionali di Sacco e Vanzetti vennero chiamati a testimoniare in favore della loro innocenza, ma alcuni di essi si esprimevano male in inglese, altri parlavano solo i dialetti delle regioni italiane di provenienza, per cui la loro incapacità di farsi capire influenzò negativamente sulle loro testimonianze.

Tutto ciò contribuì a rimarcare il pregiudizio, diffuso nella società statunitense, che gli italiani fossero persone rozze, ignoranti e tendenti naturalmente alla delinquenza. Per di più, Sacco e Vanzetti aderivano a ideali politici comunisti-anarchici e, dunque, furono probabilmente condannati per contrastare la “minaccia rossa” da cui la società americana si sentiva all’epoca attaccata. Del resto, i pregiudizi contro gli immigrati italiani negli Usa non erano un fenomeno nuovo, poiché dalla fine dell’Ottocento capitava che italiani venissero linciati perché accusati di qualche delitto o identificati come pericolosi per le comunità locali.

Dopo la condanna di Sacco e Vanzetti ci furono svariati ricorsi, basati sul fatto che le testimonianze erano state parziali e le prove contrastanti, ma furono tutti respinti. Nemmeno le proteste contro il verdetto organizzate negli Stati Uniti (ma anche in Europa e in Italia) bastarono a sospendere l’esecuzione: nel 1927, Sacco e Vanzetti vennero giustiziati con la sedia elettrica. Tuttavia, anche dopo la loro esecuzione, le indagini continuarono e nuove prove alla fine confermarono senza ombra di dubbio l’innocenza dei due immigrati italiani. Nel 1977, ben cinquant’anni dopo, le autorità statunitensi ammisero che i due italiani erano stati condannati ingiustamente, riabilitandoli pubblicamente. La storia di Sacco e Vanzetti è così diventata emblematica dei pregiudizi contro l’immigrazione italiana, raccontata anche in un film realizzato nel 1971 dal regista Giuliano Montaldo.

I colori della Sociologia
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Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane