La “realtà” della scienza empirica esiste solo nel mondo empirico, può essere cercata e verificata solo in questo contesto.
Affinché questa banale, ma pure indispensabile, affermazione non sia fraintesa devo aggiungere poche parole sulle posizioni tradizionali dell’idealismo e del realismo, dal momento che queste posizioni filosofiche influenzano profondamente la ricerca scientifica nell’attuale scienza sociale e psicologica.
La posizione tradizionale dell’idealismo è che il “mondo della realtà” esiste solo nell’esperienza umana e che si manifesta solo nella forma nella quale gli esseri umani lo “vedono”. Ritengo incontestabile questa posizione. […] Per indicare qualcosa gli esseri umani devono vederla dalla loro prospettiva, rappresentarla come appare loro. In questo senso non c’è niente di sbagliato nell’affermazione che il mondo empirico esiste sempre nella forma delle rappresentazioni umane e delle concezioni che se ne hanno. Questo, a differenza della conclusione di molti, non sposta comunque la “realtà” dal mondo empirico al regno dell’immaginazione e della progettazione. Si sbaglia se si pensa che dal momento che il mondo empirico può esistere per gli esseri umani solo in termini di sua immagine e concezioni, allora la realtà deve essere cercata nelle immagini, nelle concezioni autonome di un mondo empirico. Tale posizione è insostenibile e renderebbe impossibile la scienza empirica. La posizione è insostenibile per il fatto che il mondo empirico può “rispondere” alle nostre rappresentazioni o alle nostre asserzioni su di esso – rispondere nel senso di sfidare e resistere o di non corrispondere alle immagini o concezioni che ne abbiamo. Questa resistenza assegna al mondo empirico un carattere ostinato, che è il segno della realtà. […]
Il riconoscimento che il mondo empirico ha un carattere duro, con il quale rapportarsi, giustifica ampiamente l’insistenza realistica che esso abbia carattere autentico. È comunque necessario sfuggire a due concezioni che hanno accompagnato il realismo tradizionale, indebolendone seriamente la fecondità. Una di queste è che il carattere duro, o la realtà, del mondo empirico, è fisso e immutabile all’interno di qualche forma definitiva, la cui scoperta è oggetto della scienza empirica. […]
Il rischio di credere che la realtà del mondo
empirico esista in una forma fissata perpetuamente provoca la conseguenza di una naturale disposizione ad ipotizzarne la conoscenza come determinata una volta per tutte. Tale disposizione, come mostra la storia, può costituire un blocco formidabile rispetto a nuove ricerche e nuove scoperte.
La seconda concezione sterile è che la realtà del mondo empirico deve essere vista e considerata nei termini di risultati della scienza fisica avanzata - concezione che ha avuto effetti particolarmente negativi sulla scienza sociale e psicologica. Non c’è nessuna garanzia per questa concezione. Il carattere duro del mondo empirico è quello individuato attraverso uno studio attento e onesto.