4.5 LA FRAMMENTAZIONE DELLA DISCIPLINA E L’INTERDISCIPLINARITÀ
All’apice della propria diffusione come disciplina per studiare i fenomeni collettivi tipici delle società moderne, a partire dagli anni Settanta del Novecento la sociologia iniziò a trasformarsi e a mettere in discussione alcuni dei propri presupposti e confini disciplinari.
Possiamo riassumere queste trasformazioni in due particolari tendenze:
- la frammentazione della disciplina in sotto-aree tematiche e in differenti approcci metodologici;
- la pressione a sviluppare relazioni interdisciplinari con le altre scienze e discipline.
Per quanto riguarda il primo punto, la diffusione della sociologia in differenti ambiti ha, infatti, prodotto un aumento del numero degli studiosi delle università e dei centri di ricerca che si sono specializzati in differenti sotto-aree tematiche. Così, per esempio, si è andata distinguendo la sociologia del lavoro, i cui studiosi si sono specializzati nello studio dei contesti lavorativi; la sociologia politica, che, invece, si è concentrata sul funzionamento dei partiti politici e delle elezioni; la sociologia della comunicazione, che si è focalizzata sul ruolo che i mass media, come la televisione, la radio e oggi Internet, hanno nella vita sociale. Questa frammentazione ha riguardato anche i differenti metodi di ricerca utilizzati, che sono diventati sempre più specialistici. Per esempio, alcuni sociologi si sono specializzati nella realizzazione di ricerche quantitative e statistiche, basate sull’uso di questionari e su complessi calcoli matematici e finalizzate a descrivere le relazioni macroscopiche tra i fenomeni sociali (approcci macro). Altri sociologi, invece, si sono concentrati sull’uso di tecniche qualitative, come l’osservazione diretta della realtà e le interviste, per comprendere i processi più dettagliati delle interazioni tra gli individui (approcci micro).
Questa eccessiva specializzazione è stata però criticata, perché spesso i sociologi specializzati in certi temi e nell’uso di alcuni metodi
hanno iniziato a non comprendere appieno i temi e i metodi utilizzati in altri sotto-settori della sociologia, producendo così una frammentazione delle conoscenze all’interno della disciplina.
Relativamente al secondo aspetto, la sociologia ha iniziato anche a porsi il problema di come dialogare più direttamente con altre discipline, da cui, un tempo si era invece voluta distinguere. Si è così sviluppata una tendenza all’interdisciplinarità, ovvero l’esigenza di mescolare differenti saperi per riuscire a studiare fenomeni ed eventi collettivi divenuti nel corso del tempo sempre più complessi. Ciò è avvenuto, per esempio, integrando l’analisi sociologica con la geografia per studiare le nuove forme di migrazione a livello globale; oppure, mescolando la sociologia con le prospettive della letteratura e dell’estetica per analizzare il ruolo dei mass media nella società; o, ancora, integrando la sociologia e la filosofia con l’ingegneria robotica per analizzare i problemi etici posti oggigiorno dalla diffusione di macchine autonome guidate dai computer.
Sebbene vi sia un largo consenso sull’utilità di mescolare discipline differenti in base alla complessità dei problemi da analizzare, le singole discipline sono restie a combinare le proprie conoscenze, spesso per timore di non essere più riconosciute come discipline autonome: il medesimo problema che ha mosso i primi sociologi ad affermare l’autonomia della sociologia come disciplina alla fine del XIX secolo.