VERSO LE COMPETENZE

VERSO LE COMPETENZE

CONOSCENZE
1 Scegli il completamento corretto.

a. Per società intendiamo:
  • 1 l’insieme delle norme e dei valori di un gruppo sociale.
  • 2 un gruppo di persone che vive all’interno dello stesso territorio geografico.
  • 3 l’insieme delle relazioni e dei comportamenti umani di un gruppo di persone che vive in un determinato contesto geografico in un dato momento storico.

b. Un gruppo sociale può dirsi comunità quando:
  • 1 esistono dei legami di sangue o di parentela che tengono uniti i propri membri.
  • 2 esiste all’interno dei confini di uno Stato.
  • 3 esistono, tra gli individui che ne fanno parte, relazioni di intimità caratterizzate da forme di solidarietà e di fiducia reciproca.

c. La struttura sociale è l’insieme:
  • 1 delle norme, dei ruoli, degli status e delle istituzioni di una società.
  • 2 dei comportamenti consentiti all’interno di una società.
  • 3 delle norme che regolano la vita sociale.

2 Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

a. La modernità è quella corrente filosofica che riconosce la centralità della ragione e della razionalità nell’agire dell’uomo.
  •   V       F   
b. In termini sociologici, la socializzazione è quel processo che ha lo scopo di favorire l’intreccio di relazioni sociali tra i membri di una società.
  •   V       F   
c. Il capitale sociale è l’insieme delle risorse che derivano dall’appartenenza a una rete stabile di relazioni sociali.
  •   V       F   
d. I rituali sono occasioni in cui i membri di una comunità rinsaldano il proprio senso di identità o ricordano collettivamente il significato di alcuni valori fondamentali.
  •   V       F   
3 Completa le frasi utilizzando le espressioni e i termini elencati di seguito.

imprevedibili • ordinato • aspettative • socializzazione • semplice • predeterminate • modelli di comportamento • mondo sociale • interazione

a. Le norme sociali aiutano a rendere ............................. e prevedibile il ............................., dando a tutti la possibilità di gestire in maniera ............................. contesti e relazioni per natura ............................. .
b. I ruoli sociali sono ............................. che apprendiamo nel corso del processo di .............................: nel quotidiano, il momento di ............................. tra individui corrisponde a un insieme di ............................. e azioni ............................. .
LESSICO
4 Fornisci una definizione per ognuna delle seguenti parole o espressioni.

a. Norma sociale
b. Società postmoderna
c. Simbolo
d. Istituzione culturale
e. Scuola di massa
f. Rete sociale
g. Riti di passaggio
h. Secolarizzazione

ESPOSIZIONE ORALE
5 Rispondi oralmente alle seguenti domande.

a. In che cosa consiste il processo di socializzazione?
b. Quanti tipi di socializzazione esistono? E in che cosa si differenziano?
c. Che cosa intende Pierre Bourdieu con il concetto di habitus?
d. Perché, secondo te, la cultura è fondamentale per l’esistenza e il riprodursi di ogni società?
e. Che cos’è un artefatto? Riesci a farne un esempio che non sia già stato proposto nel corso dell’unità?
f. Che cosa si intende nel dire che la cultura di ogni società è influenzata dal contesto geografico e dal periodo storico?

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ANALISI E COMPRENSIONE DI UN DOCUMENTO

6 Leggi con attenzione il seguente brano, tratto dal libro L’amica geniale di Elena Ferrante, in cui l’autrice mette in scena un incontro tra una giovane donna napoletana di estrazione popolare, accompagnata dal figlio, e un’insegnante del liceo molto colta, in quel momento con suo nipote. A partire da un banale litigio tra i due bambini, affiorano le diversità di status, socializzazione e habitus tanto delle due donne, quanto dei bambini. Dopo la lettura, rispondi alle domande.


Quindi fece accomodare madre e figlio in salotto, dove aveva lasciato il nipotino a giocare, un bambino biondo al quale quasi ordinò: Marco, saluta questo nostro nuovo amico. Lila a sua volta spinse avanti il figlio, disse: va’, Gennaro, gioca con Marco, e sedette su una vecchia, comoda poltrona verde seguitando a parlare della festa di anni prima. La professoressa si rammaricò di non averne nessuna memoria, Lila ricordava tutto. Disse che era stata una delle serate più brutte della sua vita. Raccontò come si era sentita fuori luogo, ironizzò pesantemente sulle chiacchiere che aveva ascoltato senza capirci niente. Ero molto ignorante, esclamò con un’allegria eccessiva, e oggi lo sono più di allora.
La Galiani stette ad ascoltarla e fu colpita dalla sua sincerità, dal tono spiazzante, dalle frasi in un italiano molto intenso, dall’ironia abilmente governata. [...] La chiacchiera s’interruppe solo quando Gennaro diede uno schiaffo a Marco gridandogli un insulto in dialetto e strappandogli una macchinina verde. Lila si alzò di furia, afferrò il figlio per un braccio, gli percosse più volte con forza la mano che aveva colpito l’altro bambino, e sebbene la Galiani dicesse fievole: lasci stare, sono bambini, lo rimproverò con durezza imponendogli di restituire il giocattolo. Marco piangeva, Gennaro non versò una lacrima, anzi gli scagliò contro il giocattolo con disprezzo. Lila lo colpì di nuovo, molto forte, sulla testa.
«Noi andiamo» disse poi nervosa.
«Ma no, resti ancora un poco».
Lila si rimise seduta.
«Non è sempre così».
«È un bambino bellissimo. Vero, Gennaro, che sei bello e buono?».
«Non è buono, non è buono affatto. Però è bravo. Anche se è piccolo, sa leggere e sa scrivere tutte le lettere, maiuscole e minuscole. Che dici, Gennà, vuoi far vedere alla professoressa come leggi?».
Prese da un bel tavolino di cristallo una rivista, gli indicò una parola a caso sulla copertina, disse: leggi, su. Gennaro si rifiutò, Lila gli diede un colpetto su una spalla, ripeté minacciosa: leggi, Gennà. Il bambino decifrò malvolentieri: d-e-s-t, poi si interruppe fissando con rabbia la macchinina di Marco. Marco se la strinse forte al petto, ebbe un sorrisetto e lesse con disinvoltura: destinazione.
Lila ci restò male, s’incupì, guardò il nipote della Galiani con fastidio.
«Legge bene».
«Perché gli dedico molto tempo io. I suoi genitori sono sempre in giro».
«Quanti anni ha?».
«Tre anni e mezzo».
«Sembra più grande».
«Sì, è ben piantato. Suo figlio quanto ha?».
«Deve fare cinque anni» ammise Lila malvolentieri.
La professoressa accarezzò Gennaro, gli disse:
«La mamma ti ha fatto leggere una parola difficile, ma sei bravo, si vede benissimo che sai leggere».


Elena Ferrante, Storia di chi fugge e di chi resta. L’amica geniale, vol. 3, edizioni e/o, Roma 2013, pp. 121-122


1. L’estratto riportato richiama diversi dei temi trattati all’interno di questa unità. Quali? Prova a elencarli associandoli ad alcuni passaggi del testo.
2. Si potrebbe affermare che il brano sia un perfetto esempio di ciò che Bourdieu definisce habitus. Perché?
3. Secondo voi, come mai Marco, pur essendo più piccolo di Gennaro, si dimostra così sicuro nella lettura?

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7 Guarda attentamente l’immagine e poi rispondi alle domande.


1. Che cosa raffigura?
2. Di quali istituzioni, ruoli, status e norme sociali è rappresentativa?

I colori della Sociologia
I colori della Sociologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane