1.1 LO STRUTTURAL-FUNZIONALISMO
Lo struttural-funzionalismo è una corrente di pensiero della sociologia, nata negli Stati Uniti negli anni Trenta e sviluppatasi fino quasi agli anni Settanta del Novecento, che concepisce la società come un sistema complesso, al cui interno possiamo riconoscere particolari strutture che assolvono funzioni specifiche per promuovere la stabilità e il mantenimento del sistema stesso.
Questa corrente teorica pone la sua maggiore attenzione alle strutture generali della società nel suo insieme più che alle caratteristiche o alle azioni concrete dei singoli individui.
Riprendendo alcuni temi affrontati dai pensatori classici della sociologia, come Comte o Durkheim, lo struttural-funzionalismo immagina la società come un organismo vivente, in cui le differenti parti collaborano svolgendo funzioni essenziali per il suo mantenimento ed equilibrio e contribuendo a un unico obiettivo: la salute e il benessere di ogni singolo individuo che di quell’organismo partecipa.
Anche lo struttural-funzionalismo parte dunque dall’idea che la salute e il benessere dell’organismo sociale coincidono con una società ordinata, in cui tutti gli individui sono integrati nel sistema.
Il fondatore della teoria struttural-funzionalista è stato il sociologo americano Talcott Parsons. In seguito, uno dei suoi principali allievi, Robert King Merton, prendendo le mosse da alcune critiche al modello originale del maestro, ne ha sviluppato ulteriormente la teoria.